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Proteine mitocondriali potranno rilevare malattie cardiovascolari

  • In BARI
  • gio 16 Febbraio 2023
Proteine mitocondriali potranno rilevare malattie cardiovascolari

In futuro anche le cure. Lo dice uno studio dell’Università di Bari

BARI -

Sono diverse le proteine mitocondriali - presenti nel citoplasma delle cellule - con importanti ruoli nell’insorgenza e nel trattamento di patologie cardiovascolari e che presto potranno essere utilizzare sia come biomarker (rilevatore di importanti segnali sentinella) che come target (fascia di pazienti) di futuri farmaci per il trattamento di malattie specifiche.

La scoperta arriva dall’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari che ha pubblicato uno studio sul ruolo di diverse proteine dei mitocondri, nell’insorgenza e nel trattamento di patologie cardiovascolari. Lo studio multicentrico è apparso sulla rivista scientifica internazionale Biochemical Pharmacology. E’ stato supportato dall’UniBa con fondi MUR e ha permesso di mettere insieme in un unico riesame (“review”) i dettagli molecolari più studiati sul ruolo dei mitocondri nell’insorgenza delle patologie cardiovascolari, dall’ipertensione al danno da ischemia/riperfusione, ed è stato messo a disposizione della comunità scientifica, dopo revisione.

“I risultati delle analisi condotte hanno almeno due implicazioni nella gestione delle patologie cardiovascolari”, spiega il prof. Ciro Leonardo Pierri del Dipartimento di Farmacia – Scienze del Farmaco, tra i principali responsabili del lavoro.

Il lavoro è stato condotto da un gruppo multicentrico con competenze multidisciplinari, che includono analisi di genomica, trascrittomica, metabolomica, di biologia strutturale, chimica computazionale e farmaceutica, e ha permesso di richiamare l’attenzione internazionale sull’importante ruolo svolto da diverse proteine dei mitocondri, centrali energetiche delle nostre cellule, nell’insorgenza e nel trattamento di patologie cardiovascolari.

La prima implicazione riguarda la possibilità di utilizzare i bersagli molecolari oggetti dello studio, e/o i prodotti delle reazioni che gli stessi target presiedono, come biomarker di patologie cardiovascolari. Presso i laboratori dei centri di ricerca coinvolti nello studio esistono infatti gli strumenti più moderni e potenti per le analisi di sequenziamento e di metabolomica, in grado di identificare le variazioni nella composizione e nella quantità delle macromolecole e delle molecole oggetto dello studio, che possono riflettere l’insorgenza delle suddette patologie.

La seconda implicazione riguarda la predizione di farmaci attraverso analisi strutturali di cui il team è esperto. Gli approcci computazionali e di biologia strutturale descritti nella “review”, grazie al supporto delle macchine del centro calcolo del progetto ReCaS-Bari, permetteranno di identificare molecole con alta affinità per i target mitocondriali oggetto di studio, con lo scopo di impiegarle nel trattamento di patologie cardiovascolari, anche nel contesto del riposizionamento di farmaci noti, che essendo già approvati nel trattamento di patologie differenti, potranno essere direttamente impiegate, dopo le analisi di validazione in vitro, per le finalità proposte, non dovendo ripercorre l’iter dei trial clinici.

Allo studio hanno preso parte i giovanissimi dottori Maria Noemi Sgobba, Rosa Di Lorenzo e Vincenzo Tragni, dottorande e post-doc dell’UniBa, insieme con i dottori Lucas Cafferati-Beltrame (dottorando Uniba dal 2022, dopo aver conseguito la laurea in Biotecnologie in Brasile) e Nikola Schlosserova (dottoranda della Repubblica Ceca, ospite presso i laboratori Uniba).

Lo studio è nato da una collaborazione tra i laboratori del prof. Pierri, e quelli della prof.ssa Todisco dell’università della Basilicata, dei prof. Gallo e Musio del Politecnico di Bari; dei prof. Petrosillo e Marzulli dell’IBIOM-CNR, dei prof. Lentini e Cavalluzzi del dipartimento di Farmacia, dei prof. Pesce, Guerra, Volpicella, La Piana e De Grassi del dipartimento di Bioscienze, e del prof. Palese del Dipartimento di Biomedicina Traslazionale e Neuroscienze dell’Università di Bari.
replica audemars piguet


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